Bussarono alla porta e il cameriere entrò con il vassoio del tè e lo posò sul tavolino giapponese. Si udì un tintinnire di tazze e di piattini e il sibilo flautato di un samovar georgiano. Un paggio portava due coppe cinesi. Dorian Gray si alzò e si versò il tè. I due uomini si avvicinarono lentamente alla tavola e alzarono i coprivivande.
“Andiamo a teatro, stasera, - disse lord Henry. […]
“Sarei lieto di venire con voi […] – disse il giovane.
(Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray)
Il tè, una delle bevande più antiche e consumate al mondo, in Occidente, perdendo i suoi connotati mistici tipicamente Orientali, è sempre stato vissuto come bevanda di compagnia e di intrattenimento mondano. Per molti anni fu un piacere strettamente aristocratico, riservato alle classi privilegiate, divenendo in seguito, anche e soprattutto grazie al colonialismo, una bevanda alla portata di tutti.
Ma cosa si cela dietro a questa famosa ed inebriante bevanda ambrata, per il cui aroma intenso e raffinato vennero combattute guerre sui mari e rivoluzioni, e si intrapresero colture tanto sterminate da cambiare l’economia di interi paesi?
Okakura Kazuko, autore di un famoso libro su questa magica bevanda - Il libro del tè – affermava che ‘il tè non ha nulla dell’inebriante arroganza del vino e dell’individualismo del caffè o dell’affettata innocenza del cacao, ma un gusto sottile, particolarmente adatto ad essere idealizzato’.
Sarà per questo che il tè, da quando è venuto alla ribalta in Europa, importato dagli olandesi nel 1610 (ma furono due italiani, il veneziano Giovanni Ramusio, e il gesuita Matteo Ricci, nel 1559, i primi a parlare e scrivere di tè in Europa), è sempre stato fonte di ispirazione per poeti ed artisti, che lo ritrassero e lo decantarono, oltre naturalmente a berne in quantità industriali?


Nella vita ci sono poche ore più piacevoli dell'ora dedicata alla cerimonia del tè pomeridiano.
(Henry James, Ritratto di signora)



"Voglio che tu beva il mio te'. Sentirai, il profumo ti arrivera' all' anima". Parlava di un te' prezioso, giuntole da Calcutta... Un profumo acuto si spandeva nell' aria... Ella verso' in una tazza la bevanda e l' offerse ad Andrea, con un sorriso misterioso. Egli rifiuto' dicendo "Non voglio berlo in tazza ma da te"... "Ora prendi un bel sorso"... Maria, teneva le labbra serrate, per contenerlo... E Andrea la bacio', suggendo da essa tutto il sorso...
(Gabriele d'Annunzio, Il piacere)



In Inghilterra, oggi considerata la vera patria del tè, la prima apparizione della tanto decantata bevada avvenne nel 1645, attraverso l'Olanda. Nel 1658 un trafiletto del giornale brittanico Mercurius Politicus esibiva la prima pubblicità del tè, informando i lettori che le autorità competenti avevano approvato una nuova bevanda cinese, chiamata dai cinesi Teha, e che la si poteva trovare in un locale della City: la Coffe House 'Sultaness Head'.
Qualcuno disse: 'Chi ha bevuto del caffè in Inghilterra capisce perchè gli inglesi siano accaniti bevitori di tè'. Tuttavia, è un dato di fatto che le caffetterie nel Settecento divennero sempre meno luoghi di distribuzione del caffè e sempre più templi dedicati alla degustazione del tè, per soli uomini, dove, tra una tazza e l'altra si discutevano idee e affari e si criticava il governo, al punto da spingere l'allora Re Carlo II ad emanare un decreto per chiudere le Coffe House, per paura di sedizioni. le proteste, tuttavia, furono talmente vibranti da annulare l'ordinanza in favore di una legge, meno restrittiva, che limitava il consumo di tè alle sole classi privilegiate: 'Il piacere tratto da questa bevanda può sfavorevolmente influire sui lavoratori' era l'avvertimento.
Il tè, per quei pochi fortunati, dunque, che potevano permetterselo, si beveva quasi sempre con accompagnamento di latte, o addirittura con due tuorli sbattuti, usanza bizzarra, se si considera che in Oriente non se ne era mai fatto uso. Ma agli inglesi, del resto, poco importavano le antiche tradizioni che da sempre accompagnavano il rito del tè, considerato dai suoi padri orientali una bevanda medicamentosa e contemplativa.
Oltre ai nobili, molti intellettuali erano bevitori di tè: era scoppiata una vera e propria moda, che portava i più a cercare nell’ambrato infuso sensazioni nuove e illuminanti.
La svolta nel cosumo di tè, tuttavia, si ebbe nel 1717: Thomas Twining (questo nome vi suona familiare?) decise di allargare la sua attività e comprò un locale al fianco di una Coffe House molto frequentata, aprendovi un negozio dove si vendevano tè e caffè sfusi. Il locale, ancora esistente, era aperto a tutti, donne comprese, e quella fu la sua fortuna.
In poco tempo le donne divennero accanite bevitrici di tè, e, secondo la tradizione, fu proprio una donna (non poteva essere altrimenti!), la Duchessa di Bedfort, a inventare la moda dell'afternoon tea: il tè pomeridiano delle signore.
In epoca vittoriana il tè delle signore era diventato un'occasione unica per intrattenere relazioni sociali: le donne cominciarono a farsi visita per bere tè e mangiare sanwiches, toast e pasticcini. Alla padrona di casa, e all'eventuale figlia, spettava il compito di servire il tè nel modo più raffinato possibile: era diventato un vero e proprio rito, certo, non paragonabile al significato che gli si continuava ad attribuire in Oriente, ma sicuramente di una certa importanza nell'ambito della borghesia dei tempi.
...L' ora del te' fumante e dei libri chiusi, la dolcezza di sentire la fine della sera, la stanchezza incantevole e l' adorata attesa dell' ombra nuziale e della dolce notte.
(Paul Verlaine)









C'era un tavolo apparecchiato sotto un albero di fronte alla casa, la Lepre Marzolina e il Cappellaio prendevano il te'. E, ancora, 'Prendi un po' di vino', disse la Lepre Marzolina con un tono invitante. Alice si guardo' intorno ma da ogni parte non vide altro che te'
(Lewis Carrol, Alice nel paese delle meraviglie)

E oggi, come si prende il tè?
Oltre al tradizionale, irrinunciabile rito del pomeriggio, è possibile usare il tè in mille modi diversi.
Un esempio?
I biscotti al tè verde Matcha! Provateli, sono buonissimi...
Ingredienti:
farina 215g
zucchero a velo 100g
burro 150g
tuorli 3
tè verde matcha 1,5 cucchiaio
Un pizzico di sale
Setacciate la farina, il tè in polvere e il sale in una ciotola. In un'altra ciotola sbattete per circa 3-5 minuti il burro, fino ad ottenere una consistenza morbida. Aggiungete lo zucchero e continuate a sbattere per un altro paio di minuti finché il composto non sia leggero e gonfio. Aggiungete a questo punto la miscela di farina e tè in polvere e i tuorli, mescolate lentamente fino a che non sia stata tutta incorporata e abbiate ottenuto una pasta compatta. Avvolgere infine la pasta con della pelicola e lasciarla riposare in frigo per 30 minuti. Dopo questo tempo, stendere l'impasto con il mattarello, e creare dei biscotti dello spessore di un centimetro. Adagiarli su una teglia rivestita da carta da forno e cuocere a 180° per circa 15 minuti (si devono appena colorare i bordi).
E dopo questo tour storico, artistico e...gastronomico nel mondo del tè, vi lascio sulle note di 'Tea for two'!