domenica 9 ottobre 2011

Jane Eyre di Cary Fukunaga : non convince fino in fondo


Jane Eyre è il mio libro preferito. Probabilmente basta questo per rendermi ipercritica e particolarmente esigente nei confronti di quanto tratto e/o ispirato al suddetto romanzo, perciò vi avviso: non sarò imparziale in questo giudizio.
La Jane Eyre di Cary Fukunaga, sceneggiata da Moira Buffini, non mi ha convinto. Non fino in fondo.
Il film si fa vedere, indubbiamente, ed è particolarmente godibile per quanto riguarda ambientazioni e costumi: l’Ottocento inglese rivive in ogni singola inquadratura, in ogni, magnifico, dettaglio.
L’innovazione del regista, che segue pedissequamente il romanzo senza mancare una virgola, sta nell’averne spezzato la cronologia, ricostruendola con lunghi flash back. Si inizia con la fuga di Jane da Thornfield e con la sua sistemazione di fortuna a casa di St. John Rivers e, per tutta la prima parte del film si oscilla tra passato e presente.


Viene accennata l’infelice infanzia della protagonista, orfana dei genitori e allontanata dalla zia che avrebbe dovuto prendersene cura, ma che spinta dall’egoismo e dal disprezzo la fa rinchiudere nel rigido collegio di Lowood, famoso per la severa disciplina con cui vengono trattate le alunne. Qui c’è solo un rapido accenno all’amicizia che lega Jane ad Helen Burns, aspetto che invece meritava di essere approfondito per come fa risaltare quella che è l’essenza di Jane: il carattere indomito, la capacità di creare un legame profondo anche quando significa andare contro tutte le regole, l’estrema dedizione e la tenacia nelle proprie idee. Fukunaga non ci mostra che uno scorcio di questa parte piuttosto consistente di romanzo, e personalmente non condivido appieno questa scelta. Logicamente, qualcosa andava tolto, ma sembra che in fondo il regista abbia scelto di focalizzarsi unicamente sul rapporto tra Jane e Rochester, tralasciando tutto il resto.


E’ vero, Jane Eyre è anche una storia d’amore. Ma soprattutto è la storia di una donna di incredibile temperamento e indipendenza, assolutamente anticonformista per i tempi in cui visse. Una donna che non aveva nessuna di quelle qualità (soldi ed avvenenza) che, ai tempi, ma forse (tristemente) anche al giorno d’oggi, le permettevano di fare strada. Ma aveva un cervello e abbastanza tempra morale per non soccombere davanti agli ostacoli che la vita le poneva. Una donna che, messa davanti ad una scelta ‘scomoda’, preferisce perdere tutto pur di non perdere se stessa. E questo, credo sia il più grosso insegnamento che ogni ragazza, da duecento anni a questa parte, possa trarre da un personaggio del genere.
Ma torniamo al film.


L’arrivo a Thornfield e il conseguente inserimento come istitutrice (Istitutrice, traduttori, Jane è l’istitutrice, non la governante!) della piccola Adéle, pupilla e forse figliastra del signor Rochester, padrone della cupa ed isolata dimora, cambiano la vita di Jane. Come dicevo, le ambientazioni sono sublimi, ma davvero troppo, troppo cupe. Non bastano corridoi bui e candele dalla fievole fiamma a creare un’atmosfera gotica, soprattutto se poi si sceglie volutamente di tagliare le gambe a qualsiasi altro elemento di suspence all’interno della casa.
Sì perché Thornfield e il suo proprietario, che nel frattempo si è invaghito della piccola istitutrice, nascondono un terribile segreto, ma io credo che, senza aver letto il libro e aver visto altre versioni cinematografiche, sia davvero difficile capire che qualcosa si cela tra quelle tetre mura.


Dov’è Grace Poole, forse la presenza più inquietante all'interno del palazzo, che insospettisce e terrorizza Jane fin dall’inizio? La sua è una semplice apparizione nel finale. Così come la stessa Bertha, che si limita a qualche fioca risata. Non ci sono sguardi ambigui tra i domestici, ne strani avvenimenti scuotono l’equilibrio del palazzo, se si escludono l’incendio nella stanza di Rochester, che comunque passa molto in sottotono e l’aggressione a Richard Mason, anch’essa piuttosto sbrigativa.


La pellicola di Fugunaka perde completamente di mordente superata la prima metà. E questo appiattisce, a mio parere, anche l’avvicinamento tra Jane e Rochester.
Le scene sembrano spesso didascaliche. Non si avverte la passione, il senso del proibito, la tensione che intercorre tra di loro. La scena in cui, più delle altre, ho notato questo livellamento di emozioni è la scena della fuga di Jane dalla sala in cui Blanche sta intrattenendo Rochester con frivole chiacchiere e malignità nei confronti delle istitutrici. Lui la segue, ma tra loro non c’è quel sofferto e talvolta esasperato gioco del gatto e del topo che riempie di pathos il libro. Lui è fin troppo gentile e premuroso e lei fin troppo fredda.


Edward e Jane non sono così. Tra loro c’è una scintilla sempre sfrigolante. Lui la stuzzica e lei replica a tono, lui la mortifica e lei si chiude a riccio, lui la cerca e lei indietreggia. E’ un gioco al massacro. Lui ha un passato troppo doloroso alle spalle per riuscire a fidarsi totalmente. Si muove verso di lei con sempre maggior curiosità, ma fondamentalmente protetto dietro la superiorità del ‘padrone’. Lei è forte, ben decisa a non soccombere a questi attacchi sempre più frequenti, atteggiamento perfettamente esplicato nel discorso esasperato, furioso, che gli rivolge poco prima che lui si dichiari: ‘Credete che potrei rimanere e non essere più nulla per voi? Credete che io sia un automa, un meccanismo insensibile? Che possa sopportare di veder strappato di bocca il mio pezzo di pane? Di veder gettato via dalla coppa il sorso d’acqua che mi è necessario per vivere? Credete, perché sono povera, oscura, brutta e piccola che io sia senza anima e senza cuore? Vi sbagliate! Ho un’anima come voi e un cuore forse più grande del vostro!


Questo qualcosa traspare chiaramente nella versione di Zeffirelli del 96.
Forse anche perché, a mio parere, i due attori erano più ‘in parte’. Lei, Charlotte Gainsbourg, decisamente più ricca di espressione rispetto alla bellissima, ma piuttosto smorta Mia Wasikowska. Lui, William Hurt, poco adatto per via dei colori chiari, ma perfetto nell’atteggiamento cinico e fortemente ironico che riserva a Jane. E’ più gentiluomo del Rochester portato sullo schermo dal fin troppo bello Michael Fassbender, ma in qualche modo anche più ‘sbruffone’, una maschera per celare i demoni che vivono nella sua anima.
Adoro questo personaggio!


Per concludere questa recensione, che alla fine, come temevo, si è tramutata in un divagare senza sosta sul capolavoro di Jane Eyre, il finale è probabilmente la cosa che ho digerito di meno.
Buttato lì, un po’ così, tanto da lasciare chiaramente quella sensazione di voler ‘tagliare corto’.
Non mi sono alzata dalla poltrona del cinema esclamando ‘Wow!’, ne mi sono minimamente commossa o emozionata. Non è affatto un film da buttare, o da non vedere, anzi, ha sicuramente molti pregi. Ma la scintilla non è scoccata e, per questo, credo che ancora una volta la mia versione preferita resterà quella di Zeffirelli: per i personaggi, per le emozioni, per le ambientazioni, per le musiche (sublimi) e per l’incredibile e suggestivo uso dei chiari e scuri.
Perché le ombre non sono meno importanti della luce.

Il trailer è molto convincente. Peccato che alcune scene non compaiano proprio nel film...


13 commenti:

  1. Mi trovi d'accordissimo su tutta la linea!
    Anche io sono un'adoratrice di Jane Eyre e ho guardato molte trasposizioni e trovo che quella di Zeffirelli sia stata la più azzeccata, la meno "infiorettata" e la più credibile come recitazione.
    Forse un po' anche per pregiudizio, ma questa trasposizione di Fukunava mi convinceva già poco dalle presentazioni e dai trailer, tuttavia anche dopo averlo visto non l'ho trovato così ricco di pathos e travolgente come invece credo sia il romanzo. E purtroppo continuo a criticare la scelta della protagonista, secondo me la Wasikowska non è azzeccata per niente nella parte, specialmente perchè non ha espressione né riesce a trasmettere forti emozioni, peccato...

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  2. non sono d'accordo...per me è una delle migliori versioni mai realizzate!
    http://firstimpressions86.blogspot.com/2011/08/jane-eyre.html

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  3. Io non l'ho ancora visto, ma già il trailer e le immagini reperite nella rete non mi hanno convinta al 100%. Lei è troppo "bella", smorta, senza espressione. Niente a paragone della Jane di Zeffirelli. Non so neppure se andrò a vederlo al cinema.

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  4. Quello della traduzione di «governess» è sempre stato un problema, anzi sia di «governess» che di «housekeeper», spesso entrambi tradotti con «governante».

    Per quanto riguarda il film, non l'ho visto, ma non mi ispira.

    Ludo.

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  5. Anche io adoro Jane e la sua straordinaria modernità.. come scrivi tu, una eroina letteraria che avrebbe molto da insegnare alle ragazze d'oggi.
    Sulle trasposizioni cinematografiche non sono ahimè molto ferrata, ma avevo apprezzato moltissimo la Jane interpretata da Charlotte Gainsburg, perciò mi risulta difficile immaginare un volto differente..

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  6. Sono completamente ossessionata da tutto quello che riguarda Jane Eyre e le sorelle Bronte in generale. Nessuna trasposizione sarà mai all'altezza del libro, come tutte le volte che si cerca di rifare un capolavoro.
    Secondo me i migliori interpreti sono stati la Gainsbourg per Jane e Toby Stephens dello sceneggiato BBC per Edward.
    Il pregio maggiore di questo film, che ho visto in versione originale perché temevo che in Italia non uscisse mai (ci hanno messo 7 mesi!), è senza dubbio la scenografia unita alla fotografia. Paesaggi, costumi ricercatissimi, inquadrature, sono un piacere per gli occhi. Io sono innamorata di Fassbender, ma era veramente troppo bello e perfettino per la parte. Su Mia preferisco sorvolare, la sua interpretazione non mi garba...

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  7. No, non dirmelo. Lavorando in un videonoleggio scelgo molto molto attentamente quali film andare a vedere al cinema...e questo era ovviamente uno dei prescelti. A questo punto non so se attendere la versione home video..Anche io adoro il film di Zeffirelli e temevo il confronto già prima di leggere la tua recensione...mmmmm dilemma.

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  8. @Mauser, siamo d'accordo sul fatto che la Wasikowska abbia una sola espressione! La stessa che aveva in Alice, del resto, quell'aria un po' depressa e svanita che non si toglie mai dalla faccia.
    @Alessia, molto accurata la tua recensione^^ Come dicevo, non ho nulla da ridire sull'aspetto estetico del film e sulla sua attinenza al testo originale, che è molto accurato. E' l'emozione che, secondo me, si è persa. La versione di Zeffirelli è certamente più stravolta rispetto al capolavoro della Bronte, ma, e parlo per me, mi ha 'rubato il cuore'. Un film non deve essere solo bello, deve lasciarti quel qualcosa in più...
    @Agrimonia, grazie per la tua opinione. Mi piacerebbe visitare il tuo blog qualche volta, ma non ho l'accesso, come posso fare per essere invitata?
    @Ludo, in tutta onestà, non ispirava granchè nemmeno me per via della Wasikowska...
    @Basilico&Mentuccia, anche io ormai associo il volto della Gainsbourg a Jane!
    @Lady Lindy, concordo: gli interpreti erano assai poco 'in parte'...
    @Alice, per me vale comunque la pena di vederlo anche solo per ambientazioni e costumi. Tu che sei un'appassionata troverai pane per i tuoi denti^^ E comunque è assai più apprezzabile un regista che si cimenta in qualcosa del genere che i soliti che si buttano sulle commedie tutte Sesso&Co...

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  9. Io adoro la versione di Zeffirelli e quindi partivo con l'idea che difficilmente questa nuova versione avrebbe potuto appassionarmi come quella del 1996 e invece mi sono dovuta ricredere! Questa Jane Eyre 2011 mi è piaciuta davvero moltissimo, sono rimasta piacevolmente sorpresa!

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  10. Io preferisco la versione di Zeffirelli.......la prima volta che lo visito nn ho dormito..... Questa versione nn mi convince daniela

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  11. Ciao Francesca,
    non ho ancora visto il film, ma capisco quello che intendi...la versione di Zeffirelli rende in modo mirabile la tensione tra i due innamorati. E regala così emozioni molto vivide. Mi piace la passione con cui esprimi le tue opinioni, e anche la tua precisione!
    Barbara

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  12. Jane Eyre è il mio amore letterario. Dovevo vedere il film, ma fatico ad avvicinarmi agli approcci diversi da quello di Zeffirelli. La tua recensione ha confermato le sensazioni che provavo vedendo i trailer.

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  13. Mi servirebbe la tua email :) Puoi mandarmela al mio indirizzo fogliediagrimonia at gmail.com :) Non è un blog a tema il mio ... diciamo che è il mio piccolo diario personale :) Appena ricevo l'email ti aggiungo :)

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