
Nulla mi rende di buon’umore quanto i regali di compleanno, specie se inaspettati.
Specie se fatti su misura.
Quando qualcuno regala un libro, è perché conosce una persona, o crede di conoscerla.
Se il libro è azzeccato, probabilmente anche l’idea che si ha di quella persona lo è.
Nulla ti smaschera quanto un libro.
Questo regalo di compleanno, decisamente azzeccato, è opera delle mie sorelle. Del resto, se non ti conosce una sorella…
Il libro si intitola
‘la scrittrice cucinava qui. gusti, ricordi e ricette di 10 grandi autrici’, e, lo confesso, devo ancora praticamente iniziare a leggerlo.
Ma l’idea mi intriga: dieci scrittrici (Virginia Woolf, Simone De Beauvoir, Elsa Morante, Karen Blixen, Agatha Christie, Grazia Daledda, Harriet Beecher Stowe, Gertrude Stein, Pamela L. Travers, Colette), dieci modi di interpretare il cibo. Perché cucinare è un po’ come scrivere: si dà forma a qualcosa, lo si insaporisce, lo si personalizza fino a raggiungere il gusto desiderato.
Quel piatto racconterà qualcosa, proprio come una storia scritta con amore.
Per ora, l’unico capitolo che ho letto con grande attenzione, è quello sulla scrittrice Sidonie Gabrielle, da tutti conosciuta come Colette.

Colette nutriva per il cibo una vera e propria forma di culto: lo venerava. Le radici di questa passione vanno ricercate nella sua infanzia campagnola in Borgogna, e nel rapporto di profondo affetto che la legava alla madre Sido. Colette cresce tra i densi profumi degli arrosti e delle conserve, delle scorze di limone e delle patate cotte nella cenere, nella grande cucina in cui luccicano le pentole di rame e il profumo del pane appena sfornato si sprigiona dall’antica madia. Sono i sapori semplici, quelli che predilige, quel gusto paesano, casereccio, che le mancherà come l’aria nella nuova vita chic che l’attende a Parigi, tra serate mondane e amicizie d’interesse, al seguito di un marito la cui indifferenza la renderà instabile e depressa.
Tra i doni che Colette erediterà da sua madre, oltre all’amore per il cibo e la cucina, c’è soprattutto quello per la natura: Sido elargisce alla figlia tutto il suo sapere su piante, frutti ed erbe, cosicché orti, boschi e prati non hanno più segreti per la giovane Gabrielle, che coglie pesche e prugne mature, estirpa carote novelle, sbuccia castagne e sguscia fave e piselli.
Più avanti negli anni, quando Parigi si chiuderà intorno a lei come una prigione dorata, piena di frivoli divertimenti e di donne che per essere alla moda si nutrono con una foglia di insalata al giorno, Colette si ammalerà di nostalgia per questi profumi e sapori perduti, e inizierà a scrivere proprio per riempire un vuoto, colmare quella voragine rimasta attaccata ad un passato profumato come una torta calda appena sfornata.
La torta di zucche e mandorle, il piatto forte di Sido, da Colette rimpianto per tutta la sua vita.


'La cucina, la vera cucina, è fatta di chi assaggia, assapora, sogna un istante, aggiunge un filo d’olio, un pizzico di sale, una foglia di timo, da chi pesa senza bilancia, misura il tempo senza orologio, sorveglia l’arrosto con gli occhi dell’anima e mescola le uova, il burro e la farina secondo ispirazione, come una strega benigna. E i luoghi dove ciò che si compie fra il momento di mettere la pentola sul fuoco, il bricco, la marmitta e il loro contenuto, e il momento, pieno di dolce ansietà e di speranza voluttuosa, quando si scoperchia sul tavolo il piatto fumante, sono mistero, magia, sortilegio.' (Colette)


Tarte aux citrouilles et amandes
(torta di zucca e mandorle)
Ingredienti per 6/8 persone
500 g di zucca
50 g di mandorle spellate
150 g di zucchero
2 uova
4 tuorli
1 goccia di estratto di vaniglia
100 g di polvere di mandorle
60 g di burro
6 cl di crema di latte
1 cucchiaino da caffè di rhum
Sale e pepe
Per la pasta sablé:
250 g di farina
75 g di zucchero
90 g di burro morbido
2 tuorli
1 bustina di vanillina
1 pizzico di sale
3 cucchiai di acqua freddissima
Lavora con le fruste elettriche i tuorli con lo zucchero, unire il burro a pezzetti e la farina setacciata, la vanillina, il sale e infine l’acqua. Lavorare con le fruste fino a ottenere una sorta di sabbia e poi proseguire a mano. Impastare fino ad avere un composto liscio ed omogeneo. Formare una palla da avvolgere nella pellicola e lasciar riposare nel frigo per almeno mezz’ora.
Nel frattempo sbucciare e tagliare a pezzi la zucca e farla cuocere a vapore per circa 20 minuti. Lasciarla raffreddare. Far tostare le mandorle sotto al grill del forno. In un pentolino mettere a scaldare la crema di latte con la vaniglia e far raffreddare. Stendere la pasta sablé in una teglia di circa 22 cm di diametro, coprire il fondo con una manciata di fagioli secchi e infornare per circa 20 minuti. Passare al setaccio la polpa di zucca e, in una ciotola capiente, mescolare insieme le uova, i tuorli e lo zucchero. Aggiungere la zucca passata, la polvere di mandorle, la crema di latte, il burro ammorbidito, il rum, un pizzico di sale e uno di pepe. Mescolare bene. Eliminare i fagioli dal fondo e aggiungere le mandorle tostate, versare l’impasto e rimettere in forno per 15 minuti circa. Servire fredda o tiepida.
