domenica 5 giugno 2011

La collina più alta: recensione e intervista con l'autrice


Titolo: La collina più alta
Autore: Sara Aldegheri
Editore: Zerounoundici Edizioni
Collana: Selezione
Genere: Sentimentale storico
Pagine: 224
Blog dell'autrice: Sara Aldegheri

Oggi ho un libro da consigliarvi, e una piacevole chiacchierata con la sua autrice da proporvi!
Se avete amato Jane Eyre e Orgoglio e Pregiudizio, come credo sia per la maggior parte delle persone che seguono questo blog, fidatevi, amerete certamente anche il libro di Sara Aldegheri, giovane e talentuosa scrittrice esordiente che si affaccia nel panorama dell’editoria italiana proprio con La collina più alta, romanzo storico-sentimentale ambientato nell’Inghilterra del XVIII secolo.
Siamo nel 1768, Jane Leighton, ventenne, è una ragazza di buona famiglia che, a causa degli enormi debiti di gioco del padre, sta per perdere tutto. Apparentemente ordinaria esteriormente, Jane è però una ragazza con la testa sulle spalle, una visione del mondo ben precisa, e una lingua sferzante che non le impedisce di esporre il proprio punto di vista, per quanto questo sia deplorevole vista la sua condizione di giovane fanciulla. A farne le spese, proprio all’inizio del libro, sarà soprattutto Mr. Hench, facoltoso e scorbutico gentiluomo della zona, che si vedrà ‘rimettere al suo posto’ dalla ferma determinazione della ragazza, per nulla intimorita dal suo aspetto autoritario e dalla sua posizione. Eppure, quando infine, alla morte del padre, i numerosi debiti accumulati costringeranno Jane e la sua famiglia a lasciare casa e affetti, sarà proprio Hench che tenderà una mano alla ragazza, offrendole un posto come cameriera nella sua tenuta, offerta che Jane, suo malgrado, si troverà costretta ad accettare, divenendo una sua dipendente a tutti gli effetti, e dunque costretta ad ‘ubbidirgli’.
La convivenza si rivelerà però da subito ostica e difficoltosa, e i numerosi tentativi di Hench di avvicinarsi a Jane, di cui comunque subisce il fascino, totalmente inutili. Perché Jane, sola, confusa e spaventata, dovrà prima di tutto rimettere insieme i pezzi di una vita andata in frantumi e affrontare un certo tipo di percorso interiore prima di rendersi conto che Hench non rappresenta una minaccia, ma un’opportunità: l’opportunità di essere felice, finalmente.
C’è molto realismo nel loro lento avvicinarsi, senza colpi di scena sensazionali, ma un progressivo studiarsi, conoscersi, comprendersi.
Perché Jane e Hench sono in realtà molto più simili di quel che entrambi potessero sospettare, spiriti affini, anime gemelle. Ma, allo stesso tempo, sono molte le difficoltà e gli ostacoli che entrambi dovranno superare per trovarsi, infine, in un rapporto paritario.
Perché finché Hench sarà il suo padrone, Jane non sarà mai veramente libera, ed è questa libertà, prima di tutto, che la ragazza dovrà conquistare, per poter crescere e scegliere senza vincoli o impedimenti.
L’autrice si dimostra, nonostante la giovane età, abile narratrice e acuta osservatrice, proponendoci personaggi finemente descritti, frutto dell’approfondita introspezione che sta alla base del percorso di crescita interiore di entrambi.
Perché non sarà solo la piccola Jane a maturare, divenendo una donna, ma anche il burbero Hench, che, grazie al rapporto con Jane comprenderà meglio se stesso, cambiando parte dei suoi atteggiamenti.
Una storia d’amore, dunque, ma anche e soprattutto un romanzo di formazione, in cui i protagonisti cambiano, si evolvono, sbagliano, cadono e si rialzano.
Una storia fortemente vera, che ha gli echi dei grandi romanzi di un tempo, cui l’autrice si è ispirata, ma anche leggerezza e ironia, sapientemente dosate per stemperare i toni più accesi e, talvolta, cupi. Scritta con indubbia bravura, fluida e scorrevole.
Assolutamente consigliato, se siete amanti del periodo e delle belle storie d’amore, ma senza miele e fronzoli.
E adesso, facciamo quattro chiacchiere con l’autrice, che è una persona davvero carina e disponibile!

• Ciao Sara! Benvenuta su Piccolo Sogno Antico! Parlaci un po’ di te, dei tuoi interessi e di come è nata la tua passione per la scrittura…


Ciao Francesca e grazie per avermi voluta qui con te. La mia passione per la scrittura direi che è nata insieme a me, e che siamo cresciute insieme. Col tempo è stata affiancata ad altre passioni forti (l’arte, i viaggi, la storia), ma non è mai passata in secondo piano. Ancora oggi la scrittura è la mia cartina di tornasole: se non mi perdo in fantasticherie su possibili intrecci e se non sento il desiderio di scrivere qualcosa vuol dire che non sto bene…

• Scrivere, si sa, richiede pazienza e tenacia. Come ti sei mossa per la stesura del tuo primo romanzo, La collina più alta? Quali le difficoltà maggiori incontrate?

“La collina più alta” è nato in tre successive tappe. La prima stesura l’ho scritta di getto, in tre mesi, durante il primo anno di Università. Non è stato difficile, ero veramente molto ispirata e passavo ore a scrivere senza rendermi conto del tempo che passava. In seguito, approfondendo gli studi universitari e le mie ricerche personali, ho cercato di sistemarne l’accuratezza storica, e questo direi che è stato il momento più delicato. Poi, per una serie di circostanze, il romanzo è rimasto fermo per molto tempo, quasi dimenticato. Era concluso, sembrava pronto per essere letto da qualcuno, ma in realtà sentivo che non lo era veramente. Dopo alcuni anni sono riuscita a capire che cosa mi frenasse, l’ho sistemato e ho deciso che era arrivato il suo momento.

• Ho trovato, nel tuo libro, una perfetta e precisa ricostruzione storica degli usi e costumi dell’epoca, segno di un’approfondita ricerca. Hai compiuto degli studi specifici o è solo una grande passione portata avanti con impegno?

Sono sempre stata appassionata di storia e mi ritengo fortunata perché, nel mio caso, studio e passione sono andati avanti a braccetto per diversi anni. Anche all’Università ho potuto dedicarmi a quello che più mi piaceva, a partire dai semplici esami fino alla stesura della tesi, che mi ha fatto immergere nella ricerca storica e storico/culturale in particolare. Ho cercato di rendere “La collina più alta” il più possibile aderente alla realtà del tardo Settecento inglese, ma devo ammettere che ogni tanto mi sono presa qualche piccola licenza letteraria ;-)


• Mr. Hench, il tuo protagonista, è un uomo illuminato: legge Diderot, diserta la chiesa e si da all’alchimia, credendo fermamente che solo grazie alla scienza si possano cambiare le sorti dell’uomo. Ti sei ispirata a qualche personaggio storico realmente esistito per dargli vita?


Sì, più o meno. Hench è un “uomo del suo tempo”, un intellettuale illuminato e convinto della forza della ragione contro le superstizioni e al servizio del progresso, e porta in sé, in particolare, un po’ di Diderot e un bel po’ di Voltaire. Non sono solo gli studi alchemici a renderlo uno scienziato: lo è perché guarda il mondo che lo circonda con metodo scientifico, perché per ogni cosa procede per tentativi, per ipotesi e confutazioni. Anche il suo modo di approcciarsi a Jane è, in un certo senso, scientifico: la studia e la indaga, tentativo dopo tentativo, per capire il suo carattere e le sue reazioni. Questo, lo sappiamo, non è il modo migliore per comprendere le donne… e infatti gli servirà quasi tutto il libro per capire Jane ;-)

• Leggendo il tuo romanzo si possono cogliere alcune influenze letterarie: Jane Eyre, Orgoglio e Pregiudizio e Pamela quelle che mi è sembrato di cogliere. Quali sono i tuoi autori di riferimento? C’è un genere che prediligi?

Il riferimento a Pamela è inevitabile, ma i due romanzi che mi hanno segnata e influenzata maggiormente sono gli altri due che hai citato. Sono cresciuta a pane e Austen, potremmo dire. Jane Eyre, invece, è il libro che ancora oggi mi rispecchia di più ed è quello che viene più rieccheggiato nelle pagine del mio romanzo.
Ho due maestri di stile, diversissimi tra loro: Umberto Eco e Michel Faber. Il mio genere preferito direi che corrisponde a quello che scrivo: l’ambientazione storica per me è imprescindibile, meglio se con vicende sentimentali annesse (è una mia debolezza e sarà dura disfarsene). Mi piacciono i romanzi dal sapore “aristocratico”, che trattano dell’amore con delicatezza e senza trascurare l’introspezione dei personaggi. Mi piacciono le storie che richiamano i vecchi “romanzi di formazione”, in cui i protagonisti vivono una sorta di percorso che li porta a cambiare psicologicamente. Infatti “La collina più alta” può essere letto sì come una storia d’amore, ma anche come il resoconto del percorso formativo di Jane, della sua maturazione da ragazza a donna.

• Victor Hugo diceva che ‘i veri grandi scrittori sono quelli il cui pensiero occupa tutte le pieghe e gli angoli del loro stile’. Tu, da editor, cosa pensi debba avere uno scrittore per essere ‘un vero grande scrittore’?

Un vero scrittore, a mio parere, deve essere prima di tutto un ottimo osservatore. Deve avere una forte curiosità per la parola scritta e deve abituarsi a cogliere i dettagli, nella vita quotidiana così come nei libri che legge. Non deve per forza leggere una valanga di libri per scrivere bene, l’importante è che legga con attenzione, con spirito critico e cercando di “rubare” qualcosa per sé (un’espressione, una descrizione, un dialogo particolare…). E poi deve avere una pazienza da Oscar nell’esercitarsi tanto, tantissimo. Scrivere è riscrivere: quasi nulla viene bene al primo tentativo!

• Hai già molta esperienza nel campo dell’editoria, per essere così giovane! Hai qualche consiglio da dare a chiunque voglia provare a scrivere un romanzo sperando di riuscire a pubblicarlo?

Sì, credo che chiunque scriva con l'obiettivo della pubblicazione dovrebbe trovare una persona fidata, o più di una, in grado di leggere i suoi lavori con la maggiore imparzialità possibile. Le impressioni di un’altra persona, di un occhio critico esterno, possono essere stupefacenti, oltre che determinanti. Il mio consiglio quindi è: prima di inviare il vostro romanzo in valutazione a una casa editrice, fatelo leggere a qualcuno che vi conosce. E chiedetegli di essere spietato.

• Grazie mille per la tua disponibilità Sara! Prima di salutarti, puoi accennarci qualcosa sui tuoi progetti futuri?

Immagino che smettere di scrivere per me sarà impossibile. Anche sotto le bombe sarei capace di tirare fuori carta e penna… L’idea che mi frulla nella mente da qualche settimana è un romanzo ambientato nella Russia degli Zar. Potere, ambizione, amore e onore… queste potrebbero essere alcune parole chiave. Ma è presto per aggiungere altro. Stiamo a vedere :-)

12 commenti:

  1. Meravigliosa quest'intervista!!! Brava Francesca e bravissima Sara!
    Sono in procinto di leggere questo libro che mi ha tenuto sulle spine fin troppo!!! Ho la necessità di leggerlo a questo punto...Sono curiosissima!!! XD

    Mille baci, cara!
    A presto!
    C.

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  2. Anch'io DEVO leggerlo!!! Non solo la trama è interessantissima, ma, da quello che ho letto nell'intervista, credo che tutto il romanzo sarà eccezionale!!!!
    Grazie a te Francesca per questa recensione e un "in bocca al lupo" a Sara per tutto!!!
    Ciao ciao
    Cri

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  3. Anch'io lo leggerò tra qualche settimana, appena ho terminato un lavoro che in questi giorni mi sta tenendo molto occupata! Complimenti per l'intervista, brava Francesca!!!

    ;-)

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  4. @Claire, grazie, vedrai che non resterai delusa!
    @Cri-Val, si, è un ottimo romanzo, pieno di buoni spunti!
    @Silvia, Grazie^^ Vedrai che il libro ti piacerà, è il nostro genere questo!

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  5. Mamma mia, mi è venuta una voglia di leggerlo questo libro!
    ...e complimentissimi per il tuo blog: è sempre una scoperta meravigliosa!
    Loredana

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  6. Che bella questa recensione con intervista! Brava Fren!
    Come ti dicevo, ho già messo il libro nella lista desideri e sono davvero impaziente di leggerlo perché prende le mosse da due "fondamentali" della mia vita.

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  7. Ho letto le prima sessanta pagine di questo romanzo e già mi aveva catturato.
    Non appena sarò in disposizioni economiche corro all'acquisto!


    P.s
    Il tuo blog è meraviglioso!
    Nella grafica, nei contenuti, complimenti!

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  8. Carissima,

    avevi ragione, non sono rimasta delusa di questa lettura! M'impegno nel recensire anch'io questo titolo, così da lanciare un passaparola in più nel web per Sara e per i prossimi soddisfatti lettori! ;)
    Buona domenica cara! :*
    C.

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  9. @Loredana, ti ringrazio^^ Il libro è consigliatissimo!
    @Sylvia, grazie! Eh già, le autrici cui si ispira Sara sono due pilastri del genere che piace a noi^^
    @Lily, ti ringrazio immensamente per i complimenti al blog!
    @Claire, lieta di saperlo! Si, le autrici emergenti, quando sono brave come Sara, vanno supportate assolutamente!

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  10. Anche se con immenso ritardo... grazie a tutte ♥

    Sara

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  11. Ho letto questo libro in neanche mezza giornata!!! Grazie Francesca per avermelo fatto conoscere e complimenti a Sara, il tuo modo di scrivere è sublime!!!

    Ps: se conosci altri libri simili ti prego di consigliarmeli, sono assetata di questo tipo di letture :P

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