lunedì 27 dicembre 2010

Pensando a Parigi...



Sono in partenza per Parigi, dove passerò capodanno! Ho un itinerario pieno zeppo, ma pochi giorni a disposizione...

Essendo la mia quarta volta in questa splendida città, voglio evitare le classiche mete turistiche (già viste e riviste), per dedicarmi a luoghi più appartati e meno conosciuti, ma non di minore interesse.
Con me ho due guide d'eccezione:




La Parigi di Maria Antonietta, di Alice Mortali, a metà tra una biografia storica e una raffinata guida turistica, ripercorre i luoghi di maggior interesse toccati dalla vita di quella che è la più bistrattata di tutte le regine, un personaggio storico a me molto caro.
E I segreti di Parigi, di Corrado Augias, una vera e propria scoperta, che consiglio a chiunque voglia recarsi in questa splendida città: aneddoti, leggende, riferimenti storici su alcuni dei luoghi meno conosciuti di Parigi, ma non per questo meno importanti ed interessanti.
Oltre a queste ho poi con me l'immancabile Lonely Planet, guida di grande interesse soprattutto per i percorsi consigliati.
Al mio ritorno cercherò di fare un resoconto di quanto sono effettivamente riuscita a vedere^^
Vi auguro di passare delle buone feste, e buon anno nuovo!

domenica 26 dicembre 2010

Regali di Natale



Spero che abbiate passato uno splendido Natale!
Il mio è stato bellissimo, come ogni anno^^ E pieno di regali stupendi che vorrei mostrarvi!












I due libri di fotografia ('Audrey 100' e 'Una questione di stile') li ho già sfogliati e sono splendidi, gli altri non vedo l'ora di leggerli, soprattutto 'Libroterapia' che mi sembra davvero interessante!
Ho ricevuto poi dei bijoux dall'aria un po' retrò, per cui vado letteralmente matta, una tazza chiccosissima, una cornice anticata, un corsetto rosso per Capodanno (che richiederà una certa dimestichezza in fatto di apnea) e una borsa che desideravo da tanto...
Si vede che sono stata buona quest'anno^^
E voi, cosa avete ricevuto?
Passate delle buone feste!

mercoledì 22 dicembre 2010

Sulla lettura

Sul bellissimo blog Confessions of a Bookaholic
ho trovato questo test, e ho pensato, perchè no?

Ecco le mie risposte:

Come scegli i libri da leggere? Ti fai influenzare dalle recensioni?
Spesso si. Se mi capita di leggere recensioni interessanti (riviste, blog, Anobii) di solito mi segno i libri; ma il più delle volte i miei acquisti sono random: entro in libreria e non so mai con quale libro uscirò (ma soprattutto, con quanti libri uscirò!)

Dove compri i libri: in libreria o online?
Sono fan di entrambe le soluzioni: ovvio, le librerie sono posti magici, in cui passerei le giornate sfogliando i libri e leggendo la quarta di copertina; ma anche le librerie online sono luoghi di perdizione, e spesso insieme alla foto della copertina e ai dati del libro si trovano anche interessanti opinioni dei lettori, che non guastano mai. Per non parlare della gioia di vedersi recapitare il pacchetto a casa, e scartarlo con ansia...

Aspetti di finire la lettura di un libro prima di acquistarne un altro o hai una scorta?
Lasciamo perdere…Ho dei libri che mi attendono da anni, negli scaffali, sulle mensole, impilati un po’ dappertutto. Sono una compratrice compulsiva di libri, non riuscirò mai a trovarmi nella condizione di ‘non avere niente da leggere sotto mano’.

Di solito quando leggi?
Prima di andare a dormire, ho un rituale: tisana o tè e libro. Ad ogni modo, quando so di dovermi spostare con i mezzi o di dover attendere mi porto sempre un libro, nell’evenienza.

Ti fai influenzare dal numero di pagine quando compri un libro?
Assolutamente no, che siano novanta pagine o milleottocento non ha importanza, se il libro è buono.

Genere preferito?
Vado a fasi alterne, ultimamente sono abbastanza fissata con i romanzi storici e le biografie, ma nella mia libreria si possono trovare anche un discreto numero di fantasy e horror. Per non parlare dei romanzi ottocenteschi. Non sono invece una grande fan di fantascienza e harmony.

Autore preferito?
Qui ci sarebbe da spendere un discreto numero di parole, perché sostanzialmente, più leggo, e più scopro autori che non posso fare a meno di amare. Fino ad oggi, comunque, credo che potrei citare due nomi: Alexandre Dumas (padre) e Alessandro Baricco. Baricco lo amo dai tempi del liceo, ho letto tutti i suoi libri, e credo che alcuni di essi si possano paragonare a degli scrigni magici, pieni di parole mescolate in modo tanto personale e mirabolante da lasciare increduli. A Dumas mi sono accostata solo da qualche anno, ma è stato amore dalla prima pagina. Lo stile impeccabile, i personaggi perfettamente delineati, le situazione avventurose e rocambolesche in cui si viene catapultati… Non c’è autore che mi abbia fatto fare le ore piccole come Dumas. Fortunatamente sono solo all’inizio, mi aspettano ancora tante, tante, tante pagine di questo meraviglioso autore.

Quando è iniziata la tua passione per la lettura?
Alle elementari, con i ‘Piccoli brividi’. In quinta elementare li avevo già letti tutti, e anche i racconti di Poe, le edizioni ridotte di Sherlock Holmes e Ivanhoe…Poi sono subentrati i libri del Battello a vapore, i Mistery per ragazzi, la collana ‘le ragazzine’…E alle medie, Stephen King. Con ‘It’ ho inaugurato la mia stagione di letture per adulti.

Presti i tuoi libri?
Sì, ma detesto quando me li restituiscono dopo mesi!

Leggi un libro alla volta o riesci a leggerne diversi contemporaneamente?
Quasi sempre ne leggo più di uno alla volta, spesso anche tre o quattro. Ci sono talmente tanti libri che vorrei leggere che non riesco a finirne uno senza averne iniziato un altro. Però se un libro mi prende solitamente lascio da parte gli altri e mi dedico assiduamente a quello.

I tuoi amici/familiari leggono?
Si, di norma la mia è una famiglia di gran lettori, motivo per cui non sappiamo più dove cacciare tutti i libri che girano per casa. Abbiamo anche due o tre copie dello stesso libro perché ognuno ha la sua, con tanto di ex-libris.

Quanto impieghi mediamente a leggere un libro?
Dipende. Se ho tempo e il libro mi prende riesco anche a rimanerci attaccata ininterrottamente fino alla fine, e a consumarlo in una giornata. Ma se non è un buon periodo o non è il libro giusto lo leggo e lo abbandono ad intermittenza, mettendoci anche dei mesi, e leggendo altro in contemporanea.

Quando vedi qualcuno che legge, ad esempio sui mezzi pubblici, sbirci il titolo del libro?
Sempre.

Se tutti i libri al mondo venissero distrutti e potessi salvarne uno soltanto, quale salveresti?
Oh cielo…Questa è una bella domanda. ‘Jane Eyre’, probabilmente, ma cercherei qualche sistema anche per non abbandonare ‘Il conte di Montecristo’.

Perchè ti piace leggere?
Per viaggiare, innamorarmi, divertirmi, commuovermi…Solo i libri ti offrono illimitate possibilità stando chiusi in una stanza. Sono magici.

Leggi libri in prestito o solo libri che possiedi?
Ho lavorato per un anno in una biblioteca, perciò molte delle mie letture sono avvenute su libri presi in prestito. Amo questa condivisione, amo trovare piccoli segni (orecchiette o segni a matita) che mi facciano capire quanta strada abbia fatto quel libro prima di finire tra le mie mani (e quanta ancora ne farà, magari visitando spiagge, luoghi lontani, etc). Ma amo anche il fatto di avere un libro nuovo tra le mani, di possederlo, di infilarlo nella mia libreria e poterlo sfogliare quando ne ho voglia.

Quale libro non sei mai riuscita a finire?
‘La strada di Swann’ di Marcel Proust. Ci ho provato due volte, e due volte, con profondo sconforto, mi sono arenata verso pagina cinquanta.

Hai mai comprato libri solo per la copertina? Cosa ti colpisce delle copertine?
Si, mi è capitato. In realtà, non riesco a fare a meno di gettare un’occhiata alle copertine che riproducono un’opera d’arte, motivo per cui sono un’assidua compratrice degli Oscar classici Mondadori.

C'è una casa editrice che ti colpisce particolarmente? Perchè?
Come appena detto sopra, amo gli Oscar classici della Mondadori. Ma la casa editrice che preferisco è l’Adelphi, la trovo molto raffinata nel selezionare i suoi titoli.

Porti i libri ovunque o li tieni al sicuro in casa?
Ovunque.

Qual è il libro che ti hanno regalato e che hai maggiormente apprezzato?
‘I pattini d’argento’, regalo di mio padre, avrò avuto otto o nove anni, ed era una bellissima edizione illustrata, la adoravo.

Come scegli un libro da regalare?
Di solito mi butto su libri che ho già letto e che mi sono piaciuti. Erroneamente ho la convinzione che se una cosa è piaciuta a me piacerà sicuramente anche ad altri. A volte ci prendo, comunque!

La tua libreria è ordinata secondo un criterio particolare?
Più che altro è suddivisa tra ‘libri che ho letto’ e ‘libri che devo ancora leggere’. Ma ho uno scaffale speciale dedicato ai libri che amo di più.

Quando leggi un libro che ha delle note, le leggi o le salti?
Se sono di vitale importanza per la comprensione del testo le leggo, ma il più delle volte le salto.

Leggi eventuali introduzioni, prefazioni, postfazioni o le salti?
Sempre, dopo aver finito il libro.

domenica 19 dicembre 2010

I segreti di una principessa: vita scandalosa di Paolina Borghese


Nonostante siano passati degli anni, ricordo ancora benissimo cosa provai la prima volta che, entrando alla galleria Borghese, mi trovai di fronte alla statua di Paolina Borghese, raffigurata come Venere vincitrice da Antonio Canova: stupore e meraviglia. E fu con stupore e meraviglia che rimasi ad osservare ogni curva, ogni piega di tessuto, ogni ricciolo dei suoi capelli. Semplicemente, quella non poteva essere una statua. Tutto in lei diceva vita, calore e morbidezza. Ero convinta che, rimanendo a fissarla un attimo di più, mi sarebbe sembrato di vederle piegare un angolo delle labbra, e sorridere sfacciata.

La statua di Paolina mi affascinò. Ma furono soprattutto la perizia e l’abilità di Canova a conquistarmi, per il modo in cui le avevano donato quel soffio incredibile di vita, e non mi preoccupai, durante quella visita, di scoprire chi fosse realmente vissuto in quel corpo tanto aggraziato e perfetto.



Oggi, a distanza di anni, la biografia (romanzata) di Lorenzo Borghese ha aggiunto quel tassello che mi mancava per finire di innamorarmi definitivamente di Paolina, come a molti è successo, prima di me.
Ne ‘I segreti di una principessa’ viene così tratteggiata, con estrema cura e perizia da quello che è poi un suo discendente, la vita di una donna assolutamente non ordinaria, incredibilmente testarda e capricciosa, e dal cui straordinario fascino pochi rimasero immuni.
Sorella favorita di Napoleone, Paolina Bonaparte (1780 – 1825) sposò a diciassette anni un generale appartenente all’esercito del fratello, Victor Emanuel Leclerc. Rimasta vedova nel 1802, l’anno successivo, su richiesta di Napoleone, si unì in matrimonio con un principe romano, Camillo Borghese.
Il libro si apre su una sfarzosa festa di carnevale tenuta proprio a villa Borghese, in cui Camillo, affiancato da un leggermente spazientito Antonio Canova, si aggira tra i saloni e i giardini della villa, alla ricerca della moglie sparita chissà dove. O meglio, chissà con chi.
Tradimenti e menzogne, passioni e ripicche, vendette e riconciliazioni. Il matrimonio tra Camillo e Paolina si consuma tra la gioia e il tormento: tanto romantico e pudico lui, quanto esuberante e irrequieta lei.
All’inizio dell’ottocento, non vi era donna in Europa che potesse competere con la bellezza di Paolina.
Ma esserne il marito non era quell’esperienza paradisiaca che molti immaginavano: arrogante, testarda, calcolatrice, egocentrica, capricciosa, vendicativa, scandalosa. Malata presunta e reale. Paolina è tutto tranne che un personaggio facile.
Chiacchieratissima per la grande leggerezza sessuale, Paolina collezionava amanti, mentre su di lei venivano spesi fiumi di inchiostro per elaborate vignette e libelli che la dipingevano come una pervertita, accusata (ingiustamente) di aver avuto rapporti incestuosi con il fratello. Libelli di cui lei rideva sfacciatamente, mentre Camillo si allontanava sempre di più, disgustato dal comportamento assolutamente disinibito della moglie.
Il loro matrimonio divenne un terreno di battaglia: intrighi, bugie, silenzi, fughe. Camillo non riusciva a stare dietro a questa donna tanto amata quanto detestata. Paolina voleva tutto, amore ma anche libertà, devozione ma anche indifferenza, tenerezza ma anche ribellione. Esasperato, la lasciò andare.
Vissero separati per quasi vent’anni, ma alla fine lei tornò, e lui la riprese, perché l’amava ancora. L’amava di un amore immenso del quale non riusciva a capacitarsi, e nonostante lei si fosse rifugiata da lui per trascorrere quel poco che le restava da vivere, quell’amore tanto combattuto, con il quale si erano feriti entrambi tanto a lungo, tornò ad avvolgerli, fino all’ultimo respiro di Paolina. Perchè lui l'aveva amata come non aveva fatto nessun altro degli uomini che l'avevano stretta fra le braccia. E lei lo aveva amato più di tutti quelli che, negli anni, si erano infilati nel suo letto. Ma non era riuscita a dimostrarglielo, proprio a causa di quello spirito irrequieto, velato di una segreta tristezza, che la portavano ad 'agire per non pensare'.
Lorenzo Borghese parla di questa storia soprattutto come di 'una lezione molto importante sull’amore, una lezione che desideravo condividere con tutti coloro che hanno voluto leggere questo libro: amore è capacità di comprendere, di perdonare e di comunicare. Senza questi elementi, l'amore semplicemente non può funzionare, nè crescere'.
Paolina e Camillo lo capirono solo quando ormai era troppo tardi, e probabilmente è questo a rendere tanto amaro e struggente il finale, in cui non nego di aver versato più di una lacrima.
In conclusione, pur non trattandosi di una fedele biografia storica, 'I segreti di una principessa' si configura come un libro godibilissimo, consigliato a chiunque voglia approfondire questo controverso personaggio storico, lasciandosi ammaliare dal suo carisma, dalla sua indipendenza, dalla sua sfrontatezza e dal suo porsi in maniera assolutamente anticonformista per l'epoca in cui visse.
Quando tornerò a Roma a visitare Paolina, perchè sicuramente ci tornerò, finalmente vedrò la donna vera dietro alla perfezione.

giovedì 16 dicembre 2010

Stile Impero


In occasione del 235esimo compleanno della divina Jane Austen (16 dicembre 1775 - 18 luglio 1817), colgo l'occasione per aprire questo piccolo blog di chiacchiere senza impegno^^
Per celebrare quella che per molti (me compresa) è una vera e propria eroina del romanzo d'amore, vorrei iniziare col parlarvi dello Stile Impero, che si sviluppò durante l'età napoleonica, al fine di celebrare l'ascesa al potere di Napoleone Bonaparte e si diffuse in gran parte dell'Europa all'inizio del XIX secolo.
Man mano che si avvicinava il nuovo secolo, l’ammirazione generale per tutto ciò che era antico cresceva. I modelli cui si ispiravano arte e lettura erano quelli romani, e si cercò di riaccendere lo spirito di Roma antica copiandone l’architettura.
Per quanto riguarda l’abbigliamento femminile, tuttavia, si tende ad allontanarsi pian piano dall’antico: compaiono maniche a palloncino e l’ampiezza delle vesti è raccolta dietro. Napoleone, per proteggere le industrie e il commercio francese, proibisce l’importazione delle leggere mussoline indiane, così tornano di moda tessuti più spessi e pensanti, sete e rasi lucidi.
Per tutto il periodo l’abito femminile conserva la vita alta, come all’epoca romana e greca. Gli indumenti da passeggio, sia lo spencer, giacchetta corta a maniche lunghe, oppure l’ampia rendigote, seguono la medesima linea. Resta in voga lo scialle, drappeggiato con naturalezza sulla schiena o portato sul braccio, per dare colore al candore del vestito.
Man mano che l’abito tende a diventare più dritto e stretto, l’ampia sciarpa dai colori vivaci cede il posto allo scialletto triangolare, atto solo a nascondere la profonda scollatura.
Le braccia nude ‘all’antica’ sono inguainate in lunghi guanti colorati. A poco a poco maniche vere e proprie, lunghe e attillate, prolungamento delle precedenti a palloncino, sostituiscono i guanti. Con l’abito stretto si inaugura l’era delle guarnizioni: coroncine di fiori, arricciamenti, ornamenti in rilievo eseguiti nel medesimo tessuto e definiti ‘denti di lupo’, piccole increspature applicate.
Alla fine del ciclo evolutivo il vestito arriva alla caviglia e ha la scollatura a barchetta, che tuttavia copre le spalle. Il cappello più caratteristico è la così detta cappellina con la tesa molto pronunciata davanti, a guisa di mantice, che incornicia il viso. Tuttavia troviamo anche cappelli piccoli e il turbante continua ad essere in voga.
Nel vestire maschile i calzoni proseguono la loro evoluzione sino a raggiungere l’aspetto dei pantaloni odierni. Verso il 1815 calzoni di pelle, stivali e calzoni di maglia lunghi e attillati cedono il passo ai pantaloni che i sanculotti non sono riusciti ad imporre. La moda maschile moderna è nata. Tuttavia i calzoni corti restano sempre consuetudine per l’abito di corte.

Alcune scansioni dal bellissimo libro (piuttosto vecchiotto, ma insostituibile) da cui ho tratto questo paragrafo 'Storia del costume' di Henny Harald Hansen.






E per finire una carrellata dei film tratti dai romanzi della grande Jane, un perfetto esempio di Stile Impero!







(In ordine: Becoming Jane, Ragione e sentimento, Emma, Orgoglio e pregiudizio, Persuasione. L’ultima immagine appartiene al film Bright Star, non c’entra nulla con Jane Austen, ma i vestiti di Fanny sono semplicemente splendidi!)

Vorrei concludere questo primo post con un piccolo omaggio ad un grande genio della musica, Ludwig van Beethoven , perchè ebbene si, oggi è anche il suo compleanno^^

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