martedì 25 ottobre 2011

La scrittrice cucinava qui: Colette e la torta di zucca


Nulla mi rende di buon’umore quanto i regali di compleanno, specie se inaspettati.
Specie se fatti su misura.
Quando qualcuno regala un libro, è perché conosce una persona, o crede di conoscerla.
Se il libro è azzeccato, probabilmente anche l’idea che si ha di quella persona lo è.
Nulla ti smaschera quanto un libro.
Questo regalo di compleanno, decisamente azzeccato, è opera delle mie sorelle. Del resto, se non ti conosce una sorella…
Il libro si intitola ‘la scrittrice cucinava qui. gusti, ricordi e ricette di 10 grandi autrici’, e, lo confesso, devo ancora praticamente iniziare a leggerlo.
Ma l’idea mi intriga: dieci scrittrici (Virginia Woolf, Simone De Beauvoir, Elsa Morante, Karen Blixen, Agatha Christie, Grazia Daledda, Harriet Beecher Stowe, Gertrude Stein, Pamela L. Travers, Colette), dieci modi di interpretare il cibo. Perché cucinare è un po’ come scrivere: si dà forma a qualcosa, lo si insaporisce, lo si personalizza fino a raggiungere il gusto desiderato.
Quel piatto racconterà qualcosa, proprio come una storia scritta con amore.
Per ora, l’unico capitolo che ho letto con grande attenzione, è quello sulla scrittrice Sidonie Gabrielle, da tutti conosciuta come Colette.


Colette nutriva per il cibo una vera e propria forma di culto: lo venerava. Le radici di questa passione vanno ricercate nella sua infanzia campagnola in Borgogna, e nel rapporto di profondo affetto che la legava alla madre Sido. Colette cresce tra i densi profumi degli arrosti e delle conserve, delle scorze di limone e delle patate cotte nella cenere, nella grande cucina in cui luccicano le pentole di rame e il profumo del pane appena sfornato si sprigiona dall’antica madia. Sono i sapori semplici, quelli che predilige, quel gusto paesano, casereccio, che le mancherà come l’aria nella nuova vita chic che l’attende a Parigi, tra serate mondane e amicizie d’interesse, al seguito di un marito la cui indifferenza la renderà instabile e depressa.
Tra i doni che Colette erediterà da sua madre, oltre all’amore per il cibo e la cucina, c’è soprattutto quello per la natura: Sido elargisce alla figlia tutto il suo sapere su piante, frutti ed erbe, cosicché orti, boschi e prati non hanno più segreti per la giovane Gabrielle, che coglie pesche e prugne mature, estirpa carote novelle, sbuccia castagne e sguscia fave e piselli.
Più avanti negli anni, quando Parigi si chiuderà intorno a lei come una prigione dorata, piena di frivoli divertimenti e di donne che per essere alla moda si nutrono con una foglia di insalata al giorno, Colette si ammalerà di nostalgia per questi profumi e sapori perduti, e inizierà a scrivere proprio per riempire un vuoto, colmare quella voragine rimasta attaccata ad un passato profumato come una torta calda appena sfornata.
La torta di zucche e mandorle, il piatto forte di Sido, da Colette rimpianto per tutta la sua vita.



'La cucina, la vera cucina, è fatta di chi assaggia, assapora, sogna un istante, aggiunge un filo d’olio, un pizzico di sale, una foglia di timo, da chi pesa senza bilancia, misura il tempo senza orologio, sorveglia l’arrosto con gli occhi dell’anima e mescola le uova, il burro e la farina secondo ispirazione, come una strega benigna. E i luoghi dove ciò che si compie fra il momento di mettere la pentola sul fuoco, il bricco, la marmitta e il loro contenuto, e il momento, pieno di dolce ansietà e di speranza voluttuosa, quando si scoperchia sul tavolo il piatto fumante, sono mistero, magia, sortilegio.' (Colette)



Tarte aux citrouilles et amandes
(torta di zucca e mandorle)


Ingredienti per 6/8 persone
500 g di zucca
50 g di mandorle spellate
150 g di zucchero
2 uova
4 tuorli
1 goccia di estratto di vaniglia
100 g di polvere di mandorle
60 g di burro
6 cl di crema di latte
1 cucchiaino da caffè di rhum
Sale e pepe

Per la pasta sablé:
250 g di farina
75 g di zucchero
90 g di burro morbido
2 tuorli
1 bustina di vanillina
1 pizzico di sale
3 cucchiai di acqua freddissima

Lavora con le fruste elettriche i tuorli con lo zucchero, unire il burro a pezzetti e la farina setacciata, la vanillina, il sale e infine l’acqua. Lavorare con le fruste fino a ottenere una sorta di sabbia e poi proseguire a mano. Impastare fino ad avere un composto liscio ed omogeneo. Formare una palla da avvolgere nella pellicola e lasciar riposare nel frigo per almeno mezz’ora.
Nel frattempo sbucciare e tagliare a pezzi la zucca e farla cuocere a vapore per circa 20 minuti. Lasciarla raffreddare. Far tostare le mandorle sotto al grill del forno. In un pentolino mettere a scaldare la crema di latte con la vaniglia e far raffreddare. Stendere la pasta sablé in una teglia di circa 22 cm di diametro, coprire il fondo con una manciata di fagioli secchi e infornare per circa 20 minuti. Passare al setaccio la polpa di zucca e, in una ciotola capiente, mescolare insieme le uova, i tuorli e lo zucchero. Aggiungere la zucca passata, la polvere di mandorle, la crema di latte, il burro ammorbidito, il rum, un pizzico di sale e uno di pepe. Mescolare bene. Eliminare i fagioli dal fondo e aggiungere le mandorle tostate, versare l’impasto e rimettere in forno per 15 minuti circa. Servire fredda o tiepida.


12 commenti:

  1. Oddio! Questo libro deve essere fantastico e poi unisce le mie due passioni di libri e cucina!

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  2. Condivido! Questo libro va nella mia lista dei libri da comprare. Deve essere bellissimo provare a cucinare quello che amavano i nostri idoli!

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  3. Ma grazie per avermi fatto conoscere questo libro...cucina e letteratura femminile,stupendo!

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  4. Grazie molte della segnalazione! Sarà certo un libro molto piacevole, tanto quanto "La scrittrice abita qui". Per un'appassionata della casa come me, è stata una delizia leggerlo!
    Barbara

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  5. @Anonimo, libri, scrittura e cucina (con una forte predilizione per i dolci) sono anche le mie passioni^^
    @Petali Rossi, sì, ci sono le ricette dei piatti più amati dalle scrittrici, più un'analisi molto dettagliata del rapporto che avevano con il cibo.
    @Lavinia e Barbara, non c'è di che, nemmeno io lo conoscevo prima che me lo regalassero: è stata una rivelazione!

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  6. La ricetta mi incuriosisce al punto che quasi quasi la faccio nel weekend per Halloween ... come te anche per me non c'e' niente di meglio che un libro come regalo, sopratutto da parte di chi ti conosce bene e sicuramente sceglie in modo mirato.

    Io è da tempo che sono attratta dalle ricette inglesi vittoriane, ma non ho ancora trovato un buon libro che ne parli.

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  7. Passerò questa notizia alla Petrignani se non lo sa già...mi sembra un simpatico omaggio a Lei e al suo libro che riscuote sempre grandi favori tra noi appassionate alle grandi penne femminili!
    Grazieeeee....Ciao
    Silvia

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  8. ciao Francesca... la torta era buonissima... :-)
    ciao..luigina

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  9. La torta deve essere squisita...e il libro davvero una chicca...quando i regali sono azzeccati, non c'è cosa migliore...buona lettura e buon appetito!

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  10. so a chi regalare questo libro! Yaaay!
    PS. Ma compi gli anni il 25 ottobre? Il mio stesso giorno?

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  11. Bellissimo il tuo blog, appena ho dato un'occhiata me ne sono innamorata. Il primo libro letto nella mia vita è stato ORGOGLIO E PREGIUDIZIO" e da quel momento non ho più abbandonato quel filone di libri.
    Questo interessante libro di ricette mi è "sfuggito" e credo proprio che lo comprerò al più presto.
    Ciao e piacere di averti conosciuta.
    Alessandra

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  12. davvero bello il tuo blog,ci trovo molte affinita' con cio' che mi piace!

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