domenica 19 dicembre 2010
I segreti di una principessa: vita scandalosa di Paolina Borghese
Nonostante siano passati degli anni, ricordo ancora benissimo cosa provai la prima volta che, entrando alla galleria Borghese, mi trovai di fronte alla statua di Paolina Borghese, raffigurata come Venere vincitrice da Antonio Canova: stupore e meraviglia. E fu con stupore e meraviglia che rimasi ad osservare ogni curva, ogni piega di tessuto, ogni ricciolo dei suoi capelli. Semplicemente, quella non poteva essere una statua. Tutto in lei diceva vita, calore e morbidezza. Ero convinta che, rimanendo a fissarla un attimo di più, mi sarebbe sembrato di vederle piegare un angolo delle labbra, e sorridere sfacciata.
La statua di Paolina mi affascinò. Ma furono soprattutto la perizia e l’abilità di Canova a conquistarmi, per il modo in cui le avevano donato quel soffio incredibile di vita, e non mi preoccupai, durante quella visita, di scoprire chi fosse realmente vissuto in quel corpo tanto aggraziato e perfetto.
Oggi, a distanza di anni, la biografia (romanzata) di Lorenzo Borghese ha aggiunto quel tassello che mi mancava per finire di innamorarmi definitivamente di Paolina, come a molti è successo, prima di me.
Ne ‘I segreti di una principessa’ viene così tratteggiata, con estrema cura e perizia da quello che è poi un suo discendente, la vita di una donna assolutamente non ordinaria, incredibilmente testarda e capricciosa, e dal cui straordinario fascino pochi rimasero immuni.
Sorella favorita di Napoleone, Paolina Bonaparte (1780 – 1825) sposò a diciassette anni un generale appartenente all’esercito del fratello, Victor Emanuel Leclerc. Rimasta vedova nel 1802, l’anno successivo, su richiesta di Napoleone, si unì in matrimonio con un principe romano, Camillo Borghese.
Il libro si apre su una sfarzosa festa di carnevale tenuta proprio a villa Borghese, in cui Camillo, affiancato da un leggermente spazientito Antonio Canova, si aggira tra i saloni e i giardini della villa, alla ricerca della moglie sparita chissà dove. O meglio, chissà con chi.
Tradimenti e menzogne, passioni e ripicche, vendette e riconciliazioni. Il matrimonio tra Camillo e Paolina si consuma tra la gioia e il tormento: tanto romantico e pudico lui, quanto esuberante e irrequieta lei.
All’inizio dell’ottocento, non vi era donna in Europa che potesse competere con la bellezza di Paolina.
Ma esserne il marito non era quell’esperienza paradisiaca che molti immaginavano: arrogante, testarda, calcolatrice, egocentrica, capricciosa, vendicativa, scandalosa. Malata presunta e reale. Paolina è tutto tranne che un personaggio facile.
Chiacchieratissima per la grande leggerezza sessuale, Paolina collezionava amanti, mentre su di lei venivano spesi fiumi di inchiostro per elaborate vignette e libelli che la dipingevano come una pervertita, accusata (ingiustamente) di aver avuto rapporti incestuosi con il fratello. Libelli di cui lei rideva sfacciatamente, mentre Camillo si allontanava sempre di più, disgustato dal comportamento assolutamente disinibito della moglie.
Il loro matrimonio divenne un terreno di battaglia: intrighi, bugie, silenzi, fughe. Camillo non riusciva a stare dietro a questa donna tanto amata quanto detestata. Paolina voleva tutto, amore ma anche libertà, devozione ma anche indifferenza, tenerezza ma anche ribellione. Esasperato, la lasciò andare.
Vissero separati per quasi vent’anni, ma alla fine lei tornò, e lui la riprese, perché l’amava ancora. L’amava di un amore immenso del quale non riusciva a capacitarsi, e nonostante lei si fosse rifugiata da lui per trascorrere quel poco che le restava da vivere, quell’amore tanto combattuto, con il quale si erano feriti entrambi tanto a lungo, tornò ad avvolgerli, fino all’ultimo respiro di Paolina. Perchè lui l'aveva amata come non aveva fatto nessun altro degli uomini che l'avevano stretta fra le braccia. E lei lo aveva amato più di tutti quelli che, negli anni, si erano infilati nel suo letto. Ma non era riuscita a dimostrarglielo, proprio a causa di quello spirito irrequieto, velato di una segreta tristezza, che la portavano ad 'agire per non pensare'.
Lorenzo Borghese parla di questa storia soprattutto come di 'una lezione molto importante sull’amore, una lezione che desideravo condividere con tutti coloro che hanno voluto leggere questo libro: amore è capacità di comprendere, di perdonare e di comunicare. Senza questi elementi, l'amore semplicemente non può funzionare, nè crescere'.
Paolina e Camillo lo capirono solo quando ormai era troppo tardi, e probabilmente è questo a rendere tanto amaro e struggente il finale, in cui non nego di aver versato più di una lacrima.
In conclusione, pur non trattandosi di una fedele biografia storica, 'I segreti di una principessa' si configura come un libro godibilissimo, consigliato a chiunque voglia approfondire questo controverso personaggio storico, lasciandosi ammaliare dal suo carisma, dalla sua indipendenza, dalla sua sfrontatezza e dal suo porsi in maniera assolutamente anticonformista per l'epoca in cui visse.
Quando tornerò a Roma a visitare Paolina, perchè sicuramente ci tornerò, finalmente vedrò la donna vera dietro alla perfezione.
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Ciao Francesca
RispondiEliminaIo ho a casa la bibliografia scritta di A. Spinosa su di Paolina Bonaparte, ma non è che mi è piaciuto tanto a leggerla. L'ho trovata troppo 'asciuta', e per questo mi segno molto volontieri questa proposta da te. La cercerò di sicuro. Grazie