domenica 20 febbraio 2011

Virginia Oldoini: la spia di Cavour


Io sono io e me ne vanto; non voglio niente dalle altre e per le altre. Io valgo molto più di loro. Riconosco che posso non sembrare buona dato il mio carattere fiero, franco e libero, che mi fa essere talvolta dura e cruda. Così qualcuno mi detesta; ma ciò non m’importa. Non ci tengo a piacere a tutti.


Devo confessare che, fino a poco tempo fa, ignoravo quasi del tutto l’esistenza di questo affascinante e controverso personaggio storico. Ma visitando la mostra allestita a Torino su Vittorio Emanuele II, messa in piedi per celebrare il centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia ( Vittorio Emanuele II. Il Re galantuomo ) mi sono imbattuta in lei, o meglio, nel suo affascinante ritratto, che occhieggiava con malizia i visitatori. Al suo fianco, un elegante abito in velluto nero appartenutole e ad una riproduzione in marmo di una delle sue piccole ed affusolate mani, perché pare che la contessa avesse mani e piedi talmente belli che molti artisti li ritrassero separatamente dal corpo.



Ma Virginia Oldoini, al suo tempo, non si distinse solo per l’ineguagliabile bellezza. Fu una donna di incredibile intelligenza, colta, scaltra e spregiudicata, abile nella diplomazia e negli affari, al punto da essere ‘arruolata’ da Cavour nella diplomazia segreta del Regno di Sardegna, facendo leva sul suo indiscutibile fascino per influire nella politica del tempo.
Virginia, detta Nicchia, soprannome riservatole per primo da Massimo d’Azeglio, nacque a Firenze il 23 marzo del 1837, dove le vennero imposti i tradizionali sette nomi, come era in uso nell’aristocrazia: Virginia, Elisabetta, Luisa, Carlotta, Antonietta, Teresa, Maria. I suoi genitori, cugini di primo grado, avevano stabilito a la Spezia il loro domicilio, ed è qui che Virginia crebbe, in uno splendido palazzo quasi sulla riva del mare, sviluppando un forte attaccamento per questo luogo, che si sarebbe trasformato in un sentimento di struggente nostalgia per quello che avrebbe sempre considerato il suo borgo natio.
Bellissima e intelligente fin da bambina, in casa era adulata e viziata dai genitori che l’appagavano in tutti i suoi capricci, atteggiamento che la portò a sviluppare sin dall’infanzia quell’alta considerazione di se stessa che le consentirà di affrontare senza timidezze e pudori anche le situazioni più imbarazzanti.


Virginia, ormai giovinetta, aveva allargato la cerchia delle sue illustri amicizie, e palazzo Oldoini cominciava ad essere assediato da giovani ufficiali attratti dalle grazie della bella e seducente marchesina.
A soli diciassette anni, il 7 maggio 1853, perse la verginità con lo spezzino Ambrogio Doria, incidente che, considerata la moralità del tempo, costrinse i suoi genitori a correre ai ripari dandola al più presto in sposa al conte Francesco Verasis di Castiglione, gentiluomo di corte al seguito della regina Maria Adelaide, ammaliato sin dal primo istante dall’incredibile fascino di Nicchia.
Il loro, tuttavia, si rivelò da subito un matrimonio insoddisfacente e problematico, soprattutto a causa del carattere ribelle e della forte personalità della giovane Virginia: egoista, lunatica, arrogante, impulsiva e testarda. Ma anche vivace, orgogliosa e ambiziosa, Nicchia non poteva accettare di ‘sprecare’ la sua esistenza nella grigia e triste Torino che, a metà Ottocento era la capitale europea dove erano più religiosamente rispettate le regole dell’etichetta, rigida ed austera.
Fu il 1855 l’anno determinante per il destino della contessa. Diventò madre, ma questa non troppo desiderata maternità non le impedì di compiere il suo ingresso nella storia.
Era quello, infatti, un periodo di grandi avvenimenti, che il piccolo e ambizioso Piemonte, sotto l’accorta guida di Cavour, seguiva con grande attenzione, cercando l’opportunità di inserirsi nel gioco delle grandi potenze per realizzare il suo progetto unitario. L’Italia era infatti a quei tempi un coacervo di staterelli a sovranità limitata sotto l’egida dell’Austria, e il Piemonte ambiva a ad assumere la guida del confuso movimento indipendentista che si era diffuso nell’intera penisola.
Cavour si era convinto che avrebbe potuto realizzare le proprie ambizioni solo grazie ad un potente alleato, e l’unico paese che, in quel particolare momento storico, poteva venire in aiuto del Piemonte era la Francia di Napoleone III.


Assicurarsi la protezione dell’imperatore era dunque l’obbiettivo primario del grande statista piemontese, ed è proprio qui che entra in gioco la contessa di Castiglione.
La strategia di Cavour era semplice (seppur di basso livello): trovare una dama bella, seducente e disinibita, ma soprattutto intelligente, capace di sedurre l’imperatore e manovrarlo politicamente per perorare l’alleanza franco-piemontese.
Nicchia, sua cugina di secondo grado, venne così arruolata nella diplomazia segreta piemontese.
‘Cercate di riuscire, cara cugina, con il mezzo che vi sembrerà più adatto, ma riuscite’, furono le parole con cui la congedò Cavour, prima di affidarla alla protezione di Costantino Nigra, ambasciatore italiano in Francia.
Arrivando a Parigi con il consorte e il figlio, Virginia diede subito modo di parlare di sé per l’incredibile bellezza ed avvenenza, e per la spregiudicatezza delle sue mise, considerate all’ultima moda.



L’incontro con Napoleone III avvenne il 10 gennaio 1856, ad una festa organizzata dalla principessa Matilde Bonaparte, e Nicchia non dovette faticare più di tanto per entrare nelle grazie dell’imperatore, dato che solo una settima dopo annota nel suo diario: 'Andata alle Tuileries. Il Gran Ciambellano ha avuto l’incarico dall’imperatore di mettere il mio nome sulla lista degli inviti normali e in quella degli inviti riservati.'
A partire da questo momento la scalata di Nicchia al cuore di Napoleone III è inarrestabile. L’unico a pagarne le conseguenze è il marito Francesco, definito dalla stessa Virginia il ‘Povero Bocco’.
Dopo due mesi di vita parigina il conte di Castiglione non poteva fare a meno di notare come la moglie gli sfuggisse. Lui si dissanguava per pagarle i conti, assecondando i suoi costosi capricci, e cercando di ammansirla ricordandole la presenza del figlio Giorgio, ma era tutto inutile. Nicchia continuava la sua spregiudicata vita, con o senza il suo consenso, al punto che, dopo varie minacce di divorzio, il conte rientrò in Italia portando con sé il piccolo Giorgio, e lasciando alla moglie campo libero per le sue manovre.



La svolta nella ‘missione patriottica’ della contessa avvenne una sera di luglio del 1856 a Saint-Cloud, nella residenza estiva dell’imperatore.
Virginia, in parte a causa della propria conturbante bellezza, in parte per l’atteggiamento altezzoso e distaccato, non andava per niente a genio all’imperatrice e alle altre dame. Fu così che un giorno, mentre visitavano le rovine romane di Pierrefond, la contessa di Castiglione scivolò da una pietra, slogandosi un polso, senza che nessuna muovesse un dito per aiutarla.
L’incidente tuttavia ebbe il merito di avvicinarla all’imperatore, che quella sera si recò nella sua camera a farle visita.
‘E’ andato a consolare la povera ammalata’ commentarono malignamente le altre dame.
Così, quella notte ebbe inizio la loro relazione, ormai indiscutibilmente provata, anche se non esistono prove certe circa l’azione politica che Virginia Oldoini avrebbe svolto frequentando l’alcova dell’imperatore, dato che tutta la loro corrispondenza è misteriosamente scomparsa ad opera dei servizi segreti che, alla morte della contessa, sono entrati in azione per epurare i suoi archivi da ogni documento compromettente per Casa Savoia.
Tuttavia, è inverosimile credere che una donna tanto astuta ed intelligente non abbia colto al volo, seppur con mezzi discutibili, l’occasione che le si presentava per influire politicamente.
Quella notte, per sedurre l’imperatore, la contessa indossò quella che sarebbe diventata famosa come ‘la camicia da notte di Compiègne’, un indumento leggero come una nuvola, di seta trasparente color verde acqua.
Virginia lasciò scritto nel suo testamento che desiderava ‘essere sepolta con la camicia da notte di Compiègne’, perché con quella mise aveva cambiato la storia dell’Italia.
Purtroppo per lei, i suoi eredi si dimostrarono poco propensi ad esaudire i suoi desideri, mettendo tutti i suoi beni all’asta, tra cui anche la famosa camicia da notte, che adesso si trova al museo cavouriano di Santena.
‘Ogni donna ha il dovere di essere bella, non per sé, ma per gli altri. Per sé invece, deve essere ambiziosa, astuta e agguerrita’ era il motto di Virginia.
E, riferendosi alla camicia da notte che indossava nel primo incontro con Napoleone III, scrisse:
‘questa dovrebbe essere la bandiera d’Italia’.
Tanto per smentire la teoria che a ‘fare l’Italia’ furono soltanto uomini.

15 commenti:

  1. Proprio l'altra mattina ho visto un pezzo de "La storia siamo noi" di Minoli dedicata proprio alla Contessa di Castiglione, la cui storia conoscevo già, per sommi capi. Ammetto che, spinta dall'attualità, mi è capitato di pensare che alla fine anche lei era una "escort" di lusso, spinta dal Cavour tra le braccia di Napoleone III. Però fra Cavour e Berlusconi ci passa un abisso, perché il primo può aver fatto ciò che ha fatto avendo in mente un obiettivo politico ben preciso e più ampio, decisamente di lungo respiro e per il bene della nazione, mentre l'attuale presidente del Consiglio si ferma sicuramente alla soddisfazione di una sfera molto più personale, ahimé...
    p.s. Il quadro di Winterhalter che hai riprodotto l'avevo già visto, ma non sapevo che raffigurasse la contessa italiana, bensì una contessa russa (vedi anche questo link che ho trovato su Google http://conversazioniconungargoyle.blogspot.com/2010/05/questa-non-e-la-contessa-di-castiglione.html)

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  2. Roberta, grazie per la segnalazione! Ho subito modificato l'immagine, che effettivamente mi aveva tratto in inganno^^
    Su Cavour concordo con te: impossibile paragonarlo al nostro presidente del consiglio, senza contare che Virginia agiva più che altro di sua iniziativa, insomma...nessuno l'ha mai costretta a fare niente!

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  3. Sono felice di leggere un post su questa figura storica...ma lo sai che era trisavola di una mia carissima amica?
    Quest'amica conserva molti "reperti"...appartenuti a lei (fra i quali una camicia da notte!!!!!) e me ne ha sempre raccontato la storia con simpatica licenziosità!
    Era sicuramente una donna intelligente...
    ...non credo sia possibile avvicinarla alle escort di oggi, credo che la sua storia avesse ben altro spessore politico...
    Loredana

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  4. io in storia sono proprio ignorante, ti ringrazio molo per queste righe stupende da cui ho imparato molte cose!

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  5. Mi sono sempre chiesta ... ma come facevano a muoversi in quei vestiti enormi? Mi affascinano, ma allo stesso tempo mi sembrano anche così tremendamente scomodi :)

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  6. La Storia è anche al femminile! E' una grande soddisfazione per me leggere post come questo, che ricordano a tutti il determinante apporto delle donne alla Storia - le tante donne che hanno saputo vivere pienamente, sovvertendo regole, sfidando convenzioni, sottraendosi a condizionamenti, ragionando con la propria testa. Le ringrazio perché la loro storia ha permesso a noi, oggi, di essere un poco più padrone della nostra vita. Grazie, Francesca, per questo post!

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  7. Che splendido post, Francesca.. un tuffo indietro nella storia d'Italia, raccontato poi splendidamente, sembra quasi di essere lì, in quei corridoi sontuosi tra il sussurrare dei pettegolezzi invidiosi....
    La storia è piena di figure splendide, molte delle quali - ahimè, guardacaso spesso del "gentil sesso" - rimaste nell'ombra. Quindi grazie a chi riesce a illuminarle con tanta semplicità!

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  8. Cara Francesca,eccoti il sito dove poter acquistare lo stampo da madeleines Silikomart.it io l'ho preso li perchè non riuscivo a trovarlo da nessuna parte,te lo consiglio vivamente e quello da 9 fori perchè le fa più grandi e dunque più soffici come quelle originali francesei!!Bacioni Fede.

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  9. @La Comtesse, no, io non credo che si debba paragonare la contessa di Castiglione ad una escort odierna...su molti siti l'ho visto scritto, ma sinceramente tendo a discostarmi da questa teoria: Virginia era una donna a cui piacevano gli uomini, su questo non ci piove, ed era talmente ambiziosa e piena di sè da voler sempre e comunque mettere in gioco le proprie doti seduttive. Quello che fece su richiesta di Cavour, probabilmente, l'avrebbe fatto anche senza nessun suggerimento...Ma di sicuro le stava veramente a cuore la sorte dell'Italia, perchè per tutta la vita continuò ad interessarsi di politica^^ Lei era soprattutto molto intelligente, di questo la sua discendente (tua amica!) dovrebbe esserne orgogliosa!
    @Daniela, sono felicissima che il post ti sia piaciuto e ti sia stato anche utile!
    @Moira, si, quei vestiti erano decisamente ingombranti, pensa che quando andavano di moda i 'paniers' le dame spesso rimanevano incastrate nelle porte e nelle carrozze!!
    @Sylvia66, hai proprio ragione, la storia è anche al femminile, peccato che spesso le donne che hanno contribuito attivamente ad una causa vengano lasciate scivolare nel dimenticatoio...E la contessa di Castiglione, per il tempo in cui visse, fu certamente una donna d'avanguardia (anche se molto, molto spregiudicata!) che seppe tener testa a tutti gli uomini che si trovarono sul suo cammino, compreso Vittorio Emanuele II!
    @Basilico e Mentuccia, grazie davvero, le tue parole mi riempono di gioia!
    @Federica, sei un tesoro, grazie mille per essere passata a lasciarmi l'indirizzo per la teglia della madeleines!!

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  10. Ho commentato l'altro blog e questo è ancora + bello... allora commento anche qui.
    grazie
    cecilia

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  11. "Io sono io e me ne vanto; non voglio niente dalle altre e per le altre. Io valgo molto più di loro. Riconosco che posso non sembrare buona dato il mio carattere fiero, franco e libero, che mi fa essere talvolta dura e cruda. Così qualcuno mi detesta; ma ciò non m’importa. Non ci tengo a piacere a tutti. "

    Che dire? Questa donna non posso che comprenderla benissimo.... devo ammettere che stanotte mi si chiudono gli occhi e non riesco a leggere tutto, ma i brani che ho letto sono intrisi di grande fascino....

    Un bacio e buona notte :-)
    Argante

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  12. ingombranti? forse, ma io non so che darei per poterne indossare ancora una volta uno!!!
    è la prima volta che lo confesso pubblicamente(i miei parenti lo sanno da sempre) nella mia vita precedente ero una contessa o chissà cosa ma certamente portavo quei vestiti e mi spazzolavo i capelli con quelle stesse spazzole!
    che confessione nel tuo blog.... stavolta mi sono giocata la credibilità!

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  13. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  14. Ho scoperto il tuo blog e ti faccio i miei più sinceri complimenti. Capisco benissimo il tuo entusiasmo nel raccontare la storia di questa figura affascinante e controversa. Scoprendo la vera essenza di queste donne ci aiuta a crescere e a capire meglio noi stesse. A me è successo lo stesso con Eleonora Duse e Sarah Bernhardt. Se hai piacere vieni a dare un'occhiata al mio blog. Ciao :o)

    PS. Scusami ma devo aver premuto qualcosa di troppo e ho dovuto riscrivere il post

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  15. @Francesca, non preoccuparti, credo che tu non sia l'unica a essrevissuta in un altra epoca.. ^_^
    @Mari@, grazie! Eleonora Duse e Sarah Bernhardt sono due donne che stimo molto, è bene prendere ispirazione dalla loro indipendenza e dal loro talento!

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